giovedì 9 maggio 2013

Al Calare Delle Tenebre (2003)

Lo so, lo so, parlare male di questo film è come sparare sulla croce rossa perché l'hanno già fatto tutti, ma del resto scrivo solo per il mio (e spero vostro) divertimento, senza pretese da “giornalista”, per cui pazienza se non sarò originalissima. Fra l'altro stavolta ci sono rimasta quasi male perché ero partita con le intenzioni migliori, visto che le storie di fantasmi mi piacciono molto e l'incipit con la voce narrante stile “vecchia fiaba” accompagnato da immagini suggestive prometteva piuttosto bene.
Riassumendo brevemente: nella cittadina di Darkness Falls viveva una vecchietta soprannominata “Fata dentina” perché regalava soldi ai bambini quando perdevano i denti. Rimane però vittima di un incendio che le sfigura la faccia in seguito al quale uscirà solo di notte e coperta da una maschera di porcellana, finché gli abitanti del villaggio, sospettando fosse responsabile della scomparsa di due ragazzini, la uccidono. I due vengono trovati sani e salvi il giorno dopo ma lei, morendo, ha lanciato una maledizione secondo la quale continuerà a prendere i denti dei bambini ma ucciderà chiunque oserà guardarla in faccia. Ecco, mentre guardavo il film non ci avevo fatto caso perché ero “presa”, ora mi rendo conto di quanto poco senso abbia una trama del genere, ma questo è il meno.

Successivamente vediamo un bambino e una bambina, Kyle e Caitlin, 100 anni dopo l'antefatto, che chiacchierano nella camera di lui. Kyle ha appena perso l'ultimo dente da latte rimastogli e dopo che l'amica lo saluta si mette a dormire: ovviamente arriverà il fantasma di Fata Dentina e ovviamente il furbone la guarderà, nonostante sia perfettamente a conoscenza della leggenda (ma anche se non lo fosse stato un minimo di spirito di autoconservazione dovrebbe averlo spinto a scappare, ma vabbé, dovevano fare il film..). Lo spirito a quel punto ucciderà sua mamma, omicidio per il quale verrà accusato lui essendo l'unica persona in casa nonché un “bambino problematico”, e nonostante egli sopravviva vivrà gli anni a venire dipendendo costantemente da delle torce elettriche (non dimentichiamo che il fantasma evita la luce per non mostrare il volto).

Nuovo salto nel tempo e ci troviamo 12 anni dopo quanto appena visto, periodo durante il quale si svolgerà il resto del film e durante il quale il tutto precipiterà. Tenete presente che la durata è di 1 ora e 26 minuti ma a guardarlo ce ne ho messe circa 2 perché non potevo fare a meno di distrarmi e fare continue pause (la controllatina su facebook, la partitina a candy crush, lo spuntino..): grado di coinvolgimento dello spettatore praticamente nullo, insomma.
Ma torniamo a noi: la prima cosa che salta all'occhio è la scelta poco adatta degli attori. Secondo i miei calcoli i protagonisti dovrebbero avere a questo punto al massimo 24 anni, ma a causa degli interpreti ne dimostrano circa una 30ina, e già lì mi chiedo il perché di questa scelta visto che il mondo del cinema pullula di attori e attrici di tutte le età.
Quel che succede a questo punto è che Kyle torna nella sua vecchia città chiamato dalla ritrovata amica Caitlin, il cui fratellino non dorme e si rifiuta di stare al buio: in pratica ha visto anche lui la donna-fantasma ed è ricoverato all'ospedale, dove i medici stanno cercando una cura per la sua fobia.
Inutile dire che il protagonista non viene riaccolto a casa nel migliore dei modi, e la Fata ucciderà almeno altre due persone per il cui omicidio verrà incolpato lui (guarda caso succede sempre quando non ci sono altri testimoni, ma si sa che i fantasmi sono furbi, altrimenti che fantasmi sarebbero?). Oltretutto per qualche strano motivo tutti questi omicidi si svolgono in un bosco, e non ho capito se ciò è da imputare a un particolare della trama che mi sono persa o se semplicemente il regista era ripetitivo: fatto sta che per un motivo o per l'altro, partendo anche dalla situazione più lontana, si finiva sempre in sto bosco, boh!
Nel frattempo all'ospedale decidono di sottoporre Micheal (il bambino che ha paura del buio) a un “trattamento” per fargli superare le sue paure, che consiste nel chiuderlo in una stanza completamente al buio e senza alcuno stimolo sensoriale (penso che verrebbe la paura del buio anche a chi prima non ce l'aveva) e la sorella, ormai disperata perché non sa più che pesci pigliare per guarire il fratellino, acconsente.
Ma ecco che, 3 secondi prima che il bimbo entri del tutto in questa celletta, irrompe Kyle nella stanza d'ospedale urlando al medico: “No! Lo tiri fuori, noi 3 ce ne andiamo!”.
Ora, spiegatemi in quale ospedale le persone riescono a intrufolarsi come niente fosse in una stanza di quelle tipo risonanza magnetica. E lui non è che vi si intrufoli, entra proprio spavaldo come chi non ha fatto nessuna fatica ad arrivarci. Secondariamente, spiegatemi in quale ospedale il medico dà ascolto ad una persona a caso che non ha nessun diritto tutelare sul paziente in questione ed è pure un presunto pluriomicida! Tuttavia Kyle non riesce a portare via bambino e sorella perché irrompe anche la polizia e lo arresta (l'ospedale che ha subito più irruzioni del mondo in pratica, ma la polizia gliela diamo buona perché tanto si sa che entrano dove gli pare).
I poliziotti quindi lo portano alla centrale dove viene chiuso in una cella e dopo un po' le autorità stesse si rendono conto che esiste davvero un mostro, anche perché è saltata l'elettricità in tutta la città. Quindi il capo della polizia, Kyle, Caitlin e Micheal partono alla ricerca di un generatore che era non so dove (la storia del generatore c'era anche in “30 Giorni di Buio”, fra l'altro) che riescono poi ad attivare ma, quando tutto sembra finito, lo spirito riesce ad afferrare Kyle e cerca, come sempre da 12 anni a questa parte, di ucciderlo. Il Nostro se la vede brutta, ma se la cava ancora una volta rompendo il vetro del generatore che inizia a spandere luce ovunque decretando la morte definitiva per la Fata Dentina, non prima però che Kyle le urli, con tutta la rabbia che si possa immaginare: “Ti guardo, stronza!”. Che affronto, eh? Lui la guarda, che macho.

C'è poi un'altra scena notevole, che nei fumi della noia non ricordo più a che punto del film fosse collocata, in cui i protagonisti e il personale dell'ospedale devono fuggire ma c'è luce solo in un punto preciso delle scale e per questo sono costretti a buttarsi giù tutti insieme per rimanere nel fascio di luce. Credo volesse essere una sequenza d'azione ma risulta impacciata e poco ritmata, comunque cercatela perché vale la pena! Mai quanto il “Ti guardo stronza!” però, quello resta il momento più alto.

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