lunedì 11 aprile 2016

I 13 Spettri (2001)

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C’è una cosa che io devo smettere di fare, che è quella di dirmi: “Beh stasera sono proprio stanca, quasi quasi mi guardo un film horror leggero e vado a dormire”. Eh sì, perché la mia concezione di film horror leggero coincide con quelli che generalmente sono film horror belli se hai 15 anni e tutto quello che vuoi vedere è sangue e gente che muore. Di solito ammantiamo questi film di ricordi, di nostalgia, di un affetto che ci permettono di trovarli piacevoli anche anni dopo. E fin qui tutto bene.

Il problema subentra quando questi film li guardiamo direttamente in età adulta, senza il bagaglio emozionale che ce li fa piacere, e abbiamo anche la presunzione di aspettarci una trama non dico realistica sennò non guarderei un horror, ma almeno credibile all’interno dell’universo “fantasmi”.

Poi è anche peggio se sull’internet leggi pareri entusiastici e vedi gente condividere le foto di quel film come se fosse una pietra miliare e senti di essere l’unica scema a non averlo visto. È chiaro che le aspettative salgono alle stelle, e non mi si può neanche biasimare troppo!

Così approfitto della prima serata utile e guardo “I 13 Spettri”.

Il film comincia e il primo attore che riconosco è Matthew Lillard, che non è certo un campione della recitazione dato che l’unica cosa che fa è strabuzzare gli occhi e stiracchiare la bocca ma con lui ho potuto giocare il fattore Simpatia grazie a “Scream”. In questa pellicola è un sensitivo che lavora per un cacciatore di fantasmi: tuttavia si imbattono in uno spirito troppo potente e il cacciatore, tale Cyrus Kriticos, muore.

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Una tipica prova d'attore per Matthew Lillard
Cambio scena e vediamo una famigliola felice appena trasferitasi in una casa da favola: i due figli giocano complici in giardino, i genitori si dicono frasi romantiche… e sfiga vuole che scoppi un incendio e la mamma non ne esca viva.
Siamo a 15 minuti di film, abbiamo già visto uno spettro e 2 morti: la media è buona e proseguo.
A questo punto vediamo la ex famigliola felice a distanza di 6 mesi: il nervosismo è palpabile, hanno perso la mamma\moglie, la casa e tutti i soldi. Nonostante questo possono permettersi una domestica di quelle vecchio stile che vivono a casa 24\7, e già lì dovevo capire che c’era qualcosa che non quadrava.

Lo snodo della trama però è l’arrivo dell’avvocato: scopriamo che il capofamiglia è il nipote del cacciatore di fantasmi, con cui non aveva praticamente mai avuto rapporti ma il defunto ha deciso di recuperare la parentela lasciandogli tutto in eredità, in particolare una casa gigantesca. Ovviamente l’umore sale alle stelle e i 4 vanno a vedere la loro nuova abitazione, che si rivela non molto funzionale visto che le pareti sono totalmente di vetro, con strane scritte, porte invisibili e un’enorme clessidra girevole che li imprigiona sempre più nell’edificio.
Il papà lascia figlia, figlio e babysitter nell’ingresso dicendo le magiche parole
“Non muovetevi da qui” e segue l’avvocato nello studio. Naturalmente salta fuori Matthew Lillard travestito da elettricista, travestimento che durerà 2 minuti perché rivelerà subito di essere un medium e consiglierà a tutti di lasciare la casa.

Nel frattempo figlia, figlio e babysitter hanno iniziato ad esplorare la magione e con un livello di suspence pari a -100 cominciano subito a spuntare fantasmi qua e là.
Gli spiriti sono sicuramente fatti bene dal punto di vista visivo, ognuno ha una sua particolarità e grondano marciume da ogni poro, ma dal lato psicologico\personale sono stati totalmente trascurati.
L’unico tentativo di spiegare come mai ce l’abbiano tanto con chiunque gli capiti a tiro è un
“Queste persone sono morte violentemente”, ma è troppo poco.
“I 13 Spettri” arriva infatti qualche anno dopo “Il Sesto Senso” o “The Others” (tanto per citarne un paio), film che ci hanno abituati a risvolti più profondi di un fantasma arrabbiato perché sì. Lo so, lo so che è un paragone azzardato e forse fuori luogo, ma la sensazione di incompletezza rimane, e peggiorerà.

In un susseguirsi di scene velocissime che riescono lo stesso a sortire l’effetto “Noia Mortale”, succede che:
·         Scopriamo che i fantasmi si possono vedere solo con degli occhialini strategicamente sparsi in ogni stanza della casa
·         Botte su botte da parte degli spettri a chicchessia
·         La babysitter e Matthew Lillard iniziano a provare qualcosa l’uno per l’altra
·         I nostri vengono a sapere che lo zio conservava fantasmi in cantina per non si sa quale motivo
·         Tra i vari spettri c’è anche la mamma morta all’inizio, dunque capiamo che l’incendio non era affatto un incidente

A un certo punto, non so come e non so perché, i due figli vengono legati al centro della mega-clessidra e ricompare lo zio. Lo so che state pensando “Aaah sarà lui il 13esimo spettro” perché l’ho pensato anch’io, e invece no, è proprio vivo-vivo perché lo vedono anche senza occhialini.
In realtà il dottor Kriticos non è un semplice studioso di fantasmi ma ne deve catturare 13 con determinate caratteristiche per poter aprire l’Occhio Infernale. A cosa gli serva aprire l’Inferno non si sa, forse è solo curioso.

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Ecco dove l'avevo già visto!
Ecco che arriva lo spiegone per bocca dello stesso Cyrus: vuole spingere il nipote a sacrificarsi per i figli poiché gli serve l’ultimo spettro, generato dall’amore incondizionato. 
Per fortuna gli altri 12 spiriti si rivoltano contro di lui e grazie a loro si riesce a salvare capra e cavoli.

Non si salva il film in sé purtroppo, perché l’entrata della famigliola nella casa coincide con l’inizio della Noia per lo spettatore: infatti in realtà non succede niente, ci sono scene di botte a caso, comparse dei fantasmi a caso, inseguimenti a caso, per poi concludersi col finale senza senso. L’apertura dell’inferno tanto per buttarci qualcosa di esoterico che dia tridimensionalità al tutto ma che non viene motivata, così come non trova risposta la domanda: “Sì ok, ma per trovare l’ultimo spettro era necessario ripescare il nipote dimenticato, causare l’incendio, inscenare la morte e l’eredità?”

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Buh!

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