giovedì 8 settembre 2016

Victor - La Storia Segreta Del Dottor Frankenstein (2015)

victor la storia segreta del dottor frankenstein; daniel radcliffe; james mcavoy
“Victor: La Storia Segreta del Dottor Frankenstein” appartiene a quella schiera di filmaz sciapi che mi lascia svuotata e mi porta a chiedermi perché mi sia mai interessato il cinema. È quel tipo di film piatto e sostanzialmente inutile in grado di annullare tutto ciò che di bello si sia visto prima.
Non so perché, ma i film insulsi mi fanno questo effetto e il peggior difetto di “Victor” è proprio quello di non avere sapore. È brutto ma non eccezionalmente brutto, eppure è troppo inconcludente e noioso per poter diventare il filmetto leggero di una serata poco impegnativa.

È l’ennesimo tentativo fallimentare di fare un film su Frankenstein, ormai girato e voltato in tutte le salse con risultati poco convincenti. (Esclusi i grandi classici, ovviamente)
Ecco, questa pellicola può trovare una sua utilità diventando un monito: smettete di realizzare film su Frankenstein! 


i frankenstein, van helsing, frankenstein di mary shelley
No.
Cercherò di farla breve procedendo per punti: cosa c’è di bello in questo film?
La fotografia, le musiche, gli espedienti grafico-anatomici. Se si potesse convertire quest’opera in una serie di immagini, tipo fotoromanzo, forse si salverebbe, perché visivamente è davvero molto godibile.
Anche l’idea di raccontare la storia dal punto di vista di Igor è innovativa, ma non basta.
Cosa c’è di brutto? Beh… ho promesso che l’avrei fatta breve e io mantengo sempre le promesse!
Innanzitutto è un film troppo verboso, una specie di spiegone continuo sulle malattie, sulle intenzioni del professore, su come si crea un mostro, sul fatto che Frankenstein è ateo.
È come se scoprissimo la trama non vedendo quel che succede ma attraverso le parole dei personaggi, che non spiegano le vicende ma addirittura le anticipano! Un auto-spoiler continuo!
Battute a parte, questo continuo parlare e sviscerare i dettagli delle varie operazioni scientifiche toglie ritmo al film, lo rende pesante, lento. Questa lentezza cerca di essere stemperata da un taglio ironico-ritmato, che cozza non poco con l’atmosfera e il tema del film.
Tra l’altro, ho notato negli ultimi anni questa tendenza ad appioppare dialoghi degni di una sit-com a pellicole “in costume” e mi chiedo se sia una coincidenza o una tecnica riconosciuta o un nuovo genere.
Potrebbero chiamarlo Victorian-com. Beh, fatemi sapere.

Neanche la successione degli eventi è gestita benissimo: la prima ora e mezza è un susseguirsi di ostacoli che si frappongono tra l’allucinato dottor Frankenstein e la creazione del suo “mostro”.
Tuttavia colleghi che gli danno del pazzo, poliziotti moralisti che lo tampinano ed esperimenti mal riusciti non lo fermeranno: finalmente riesce a dare vita a questa enorme creatura, nella quale in qualche modo rivede il fratello morto e…
E niente, una volta creato ‘sto mostro, il dottore ci mette 30 secondi netti a decidere che è “cattivo” e a passare subito alla missione successiva: ucciderlo.
Sì, avete guardato un’ora e mezza di film con lui che cerca di creare il mostro e dopo mezzo minuto vuole ucciderlo.
Sì, non è niente di nuovo, lo sapevamo che la trama era questa ma si poteva rendere in maniera decisamente più accattivante e senza dare l’impressione di aver pensato: “sta per finire il film e siamo ancora qua quindi acceleriamo i tempi”.


james mcavoy, bene ma non benissimo, filmaz, recensione
Bene ma non benissimo

Uno dei temi alla base di questo lavoro è la diatriba religione-scienza: come accennato poco fa Victor Frankenstein, il medico, la scienza, è perseguitato da un poliziotto ultra religioso che vuole incastrarlo essenzialmente perché è religioso e quindi non è d’accordo con l’operato del medico, che sembra voglia sostituirsi a Dio.
Tali concetti durante il film vengono ripetuti giusto una decina di volte: d’altronde l’antagonismo tra religiosità e progresso scientifico è un tasto che non viene mai toccato e che nessuno aveva mai sentito nominare prima, quindi era giusto ribadirlo spesso.

Ah già, e Igor? Igor è pettinato come Robert Smith e lavora in un circo dove tutti lo considerano un fenomeno da baraccone per via della gobba, ma in realtà è molto intelligente e si interessa di anatomia e medicina.
Una sera il dottor Frankenstein si trova proprio al circo e viene a conoscenza del talento medico di Igor: lo salva dalla situazione e lo prende sotto la sua ala. In 3 secondi capisce che la gobba non è una gobba ma una specie di ascesso gigante e glielo toglie, dando vita ad una delle scene più ripugnanti dell’intero film. 

daniel radcliffe, james mcavoy, ascesso, gobba
Ma bleah

Capiremo in seguito che, anche se Victor dichiara sempre una certa stima per l’amico (anche questa ripetuta circa una ventina di volte), che a tratti sembra quasi amore, il suo ego smisurato lo porta comunque a considerarlo la sua prima grande “creazione”.
Al di là dell’incipit in cui la fa da padrone, Igor ha sempre l’aria stupita e sembra appena piombato sul set, con un’espressione da “Cosa ci faccio io qui?” che tutto sommato non mi sento di biasimare. 

i have no idea what i'm doing, daniel radcliffe, recensione
I have no idea what I'm doing
Per il resto ama una trapezista del circo, un dato che oltre a fornirgli l’occasione di conoscere il medico a inizio film non ha nessuna incidenza sulla trama e rimane sempre un sottofondo confuso con poche scene sporadiche giusto per poter dire che c’era anche l’elemento romantico.


Detto questo mi sento di ripetere l’appello iniziale: basta coi film su Frankenstein!

P.S. Per la stampa: basta distribuire l'aggettivo "steampunk" a qualsiasi cosa in cui compaia un ingranaggio.

Nessun commento:

Posta un commento