Fino ad ora ho sempre
scritto, in questo blog, di film mal riusciti, o riusciti a metà, o
che non sono piaciuti a nessuno: insomma lavori su cui in fondo era
anche facile fare dell'ironia.
Questa volta invece
parlerò di un film decisamente meno scontato in questo ambito, anzi
uno di quelli che se fermi uno per strada e gli chiedi cosa ne pensa,
nel 99% dei casi ne tesserà delle gran lodi.
Questo film èèèè
(rullo di tamburi)... “Paura E Delirio A Las Vegas”.
Credo che questo sia un
classico caso di “suggestione di massa”: i primi che lo vedono
dicono che è bello, allora quelli dopo continuano a dire che è
bello, chi lo guarda successivamente ne ha sentito parlare così bene
che gli piacerà di sicuro e se anche a qualcuno viene qualche dubbio
lo sopprime, pensando “boh, sarò io che non ho capito niente” e
si autoconvince che gli piaccia.
Il punto è che
fondamentalmente non c'è niente da capire: ok, è un film di Terry
Gilliam, ok ci recitano Johnny Depp e Benicio del Toro, ok parla di
droga il che fa sempre tanto alternativo, ma ciò non toglie che sia
un film stupido, inutile.
Non starò a fare la
recensione vera e propria perché tanto è un film che conoscete
tutti, mi limiterò a riportare i motivi per cui non sono riuscita ad
apprezzarlo:
1 – Sfatiamo il mito:
questo film NON fa ridere. Generalmente quando parlo con le persone
delle mie perplessità sull'utilità di “Paura e Delirio...” mi
rispondono che a loro è piaciuto perché l'hanno trovato divertente.
Ora, quali sarebbero le parti divertenti? La scena in cui vanno al
raduno anti-droga e si rendono conto di rispecchiare le
caratteristiche citate dall'oratore? Wow. D'altronde è un film su
due tossici, non me lo sarei mai aspettato... O la scena in cui
Johnny Depp in preda ai fumi di non so cosa vede le persone come
dinosauri? Ri-wow. O quando Gonzo fa quella telefonata assurda a Lucy
per sbarazzarsi di lei? Sì ok, dice un sacco di cose senza senso ma
questo non significa per forza che sia divertente. Il fatto è che se
volete sentire storie di fattoni che fanno cose stupide vi basta
entrare in una discoteca qualsiasi e parlare con qualcuno, di solito
è sempre pieno di gente che non vede l'ora di raccontare le proprie
prodezze di quando si sono ubriacati o si sono calati qualcosa.
2 - La famosissima
bestemmia: come tutti sappiamo generalmente nei film si possono
trovare parolacce a profusione, ma le bestemmie sono una rarità e
sono pochissimi i film in cui compaiono.
Anche qui però vale lo
stesso discorso di cui sopra: se volete sentire una bestemmia vi
basta uscire di casa e parlare con qualcuno, non c'è bisogno di
sciropparsi questo film. Che poi anche se fosse, non è che una frase
possa reggere un intero lungometraggio, oltre al fatto che ormai le
blasfemie sono state talmente sdoganate che non fanno più effetto a
nessuno.
3- Johnny Depp: già, qui
nemmeno Johnny Depp mi ha convinto. E non perché siano riusciti a
farlo sembrare orrendo, ma perché “recita” in un modo a dir poco
irritante. Tutto quello che fa è sollevare le sopracciglia,
socchiudere gli occhi e abbassare la bocca, probabilmente è la sua
faccia buffa standard. Ho notato comunque che di solito fa quel tipo
di espressione quando non è molto convinto di un personaggio e non
si impegna a recitare bene... dillo Johnny che sto film faceva pena
anche a te :D
4- La voce narrante fuori
campo: la voce narrante fuori campo che naturalmente racconta gli
avvenimenti in modo super figo da vero ganzo. Mi irrita e mi distrae.
Tu ti guardi il film e sopra c'è sta voce che parla, quasi sempre in
modo iper veloce che non riesci a concentrati su quello che dice ma
allo stesso tempo ti distrae da quello che vedi. Per fortuna ogni
tanto non parlava.
5- La droga: ebbene qui
lo dico e qui lo confermo, a me dei film incentrati sulla droga non
me ne può fregar di meno. Per lo meno non quando l'argomento è
affrontato in maniera ridicola e da ragazzini alle prese col primo
spinello come in questo caso. Se prendiamo una storia come “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” il discorso cambia radicalmente:
anche in quel caso la tossicodipendenza è il motore propulsore
degli avvenimenti, ma almeno appunto succede qualcosa, c'è
un'evoluzione nei personaggi, il discorso è trattato in maniera
realistica. O prendiamo “Trainspotting”, che già viaggia più
sull'assurdo: anche in quel caso trovo la prima metà di film
irritante, per gli stessi motivi di questo, ma poi la musica cambia,
il tutto diventa più credibile, i protagonisti si evolvono, le
dinamiche tra di loro anche ecc.
E' anche vero che “Paura
E Delirio A Las Vegas” si svolge nell'arco di pochi giorni quindi è
improbabile che le persone vivano dei gran stravolgimenti, ma qui si
torna all'inutilità del film: se non deve succedere niente, tanto
vale non cominciare neanche.
Per me questo è un film
profondamente antipatico, autoreferenziale, sembra quasi sia stato
realizzato per mostrare tutta l'alternatività e la trasgressione
intrinseca di regista, attori e compagnia bella. “Facciamo un film
su due drogati felici di esserlo così siamo scorretti e cattivi”:
peccato che a cercare di sembrare cattivi a tutti i costi si finisca
poi per scadere nel ridicolo.
Ultimo appunto: ho
provato anche a considerare “Paura e delirio” da un altro punto
di vista, tenendo conto del fatto che la storia è ambientata nel
1971, periodo quindi in cui gli hippy sognavano di cambiare il mondo
con la loro filosofia libertina e permissiva, in cui ancora non si
conoscevano gli effetti devastanti delle nuove sostanze eccetera.
Questo giustificherebbe quindi l'approccio così allegrotto di Duke e
Gonzo e renderebbe tutto il film meno antipatico: vuole solo
mostrarci le avventure di due ragazzi dell'epoca e di quello che
avrebbero potuto combinare.
Bene, il film non è più
odioso e trasgressive-wannabe, ma un problema rimane: annoia
comunque.
Alla fine appare persino
una riflessione interessante, ovvero Duke viene preso da una certa
amarezza nel rendersi conto che in effetti i giovani dell'epoca non
sono riusciti a migliorare poi molte cose, solo che 3 minuti
convincenti dopo un'ora e mezza di nulla non sono abbastanza.